Un’installazione che raffigura una figura femminile sospesa circondata da cinque pietre smaltate di rosso, a simboleggiare il trauma collettivo del femminicidio. È così che Caterina Roppo, artista multidisciplinare vincitrice del Premio Speciale Incalmi per Arte Laguna Prize, ha deciso di sintetizzare il percorso di ricerca che abbiamo condiviso nell’ultimo anno, mettendo per la prima volta la nostra cultura artigianale al servizio dell’arte.
Tutto ha inizio da Trayma, un’opera concettuale cui
Caterina Roppo lavora da tempo e che ha declinato in diverse forme espressive – dalla fotografia alla performance, all’installazione. «L’idea ha preso forma velocemente», racconta l’artista nel diario di lavorazione, ricordando il primo incontro con Incalmi. «Abbiamo deciso di intrecciare quella tecnica [lo
smalto a fuoco su rame, N.d.R.] con la mia ricerca, di presentare qualcosa che parlasse non solo di estetica, ma di essenza. Ho proposto una serie in cui il DNA diventa il simbolo delle nostre radici profonde: quei filamenti che scorrono nel corpo, unici, irripetibili, ma anche figli di una lunga storia fatta di esperienze, traumi, e trasformazioni».